Il pensiero poetico è immagine e carezza violenta
Quando scatto una foto non mi limito a studiare l’immagine, so di realizzare un pensiero poetico. Curo i dettagli, spio attorno, controllo le sfumature, la luce. Fermo l’attimo, ne studio il contesto, le cause. Parimenti le mie poesie non possono essere immediate, facili, vogliono essere ritratti, emozioni, carezze violente*, brezze leggere e maestrale.
Leggete a voce alta! Emozionatevi!
Come il vento sui tulipani
Rugiada con parole di niente gli eroi ora d’autunno come volti d’esistenza Sto in abissi luminosi il mio cuore ogni ramo come braccia violente sulla collina verso la fattoria distesi Verso amori graffiati dall’acido mischiati una tempesta tutto tace ape cespuglio di lavanda Gemo al tuo richiamo al tepore di un sorriso sciogliendomi nell’insulto mai così caro mai così amaro
Dea nuda
Quanto desidero tu possa esser maga del mio corpo Sciamano con artigli smaltati druido celtico con il potere della luna sacerdotessa negli orrendi sacrifici faraone onnipotente acclamato dal suo popolo Dea nuda quanto desidero tu possa esser signora del mio corpo
Quando
Come il pescatore all’alba assesta il gozzo per le onde ogni palamito prepara e l’esca dispone paziente I raggi illuminano ogni grotta la luna sussurra fiducia la tramontana si queta i frammenti di buio non spaventano Vi guarderò di lontano sparire nell’ombra della lanterna
Balla con lei la mia solitudine cerco un rifugio in te che sei le mie tenebre dicendo all’ombra di fuggire e pago dazio nei tuoi occhi scuri è tra i prati e la nebbia che raggiunge le case ogni nido si svuota il mezzogiorno d’autunno che vivo il sapore della luce si confonde con il cuore di sole le onde gemono come gli sperati brividi lentamente morivo di te nella vicina foresta che brucia sorridendo gli inverni di gelo sperando di aprire un sogno lentamente morivo di te
Uno sguardo
Uno sguardo ancora ti prego Per le mie malinconie Stasera soffro l’anima distaccata L’arpeggio del poeta ha una sola corda Che suona di vuoto a perdere Vuoto come questa campagna d’arbusti Seccata come la tua fuga Uno sguardo soltanto Mi sia consentito per sperare Ancora silenzi e fumo Sirene lontane per quest’esilio volontario Errerò vagabondo geloso del micio In cerca della prossima tequila Da bruciare in un ristorante francese Ubriachi come mariachi dopo tacos e queso Viaggerò e perderò il mio tempo Nei bordelli di San Miguel de Allende I miei sandali alzeranno la polvere Sulla pista verso Nord Ovest Parlerò con un vecchio pazzo Mi farà bere pomodoro birra e chili Ascolterò la voce di Chavela Ricca e triste come le feste gitane Mi fermerò presso il muro che ho nel cuore Ramingo su sentieri primitivi Inseguendo farfalle restituendo loro i colori
Senza la fine di nulla
Sento soltanto fruscii frinire di grilli fusa di gatti randagi Fumo di candele spente è questa politica che non dà passioni solo narcosi di massa crollo di ponti e figli morti in mare dove sono morte le loro madri spegnendo ogni lotta con sociali distrazioni senza la fine di nulla nessuno uscirà vivo
(*) Una carezza violenta è il titolo del mio romanzo
Hermoso y vivo…
Dime
¿En qué rincón aún no has visto
la brevedad de nuestra vida,
la eternidad de la muerte,
la realidad que subyace
en el milagro de vivir?
Gracias Andrea por esta isla de cultura.