Un femminicidio ogni 60 ore in Italia

Desiderare un mondo senza violenza é una cosa buona. Come quando scende la pioggia e bagna la Terra.

Desiderare un mondo senza violenze verso la donna é diventata, purtroppo una prioritá e una responsabilitá di tutti. Come sempre, non posso proporre soluzioni, né tanto meno mi permetto facili consigli o retoriche populiste. Posso peró attraverso la poesía aprire il cuore di chi legge e stimolare la mente per essere vigili e trovare l’entusiasmo per educare i figli, gli amici, aiutare chi versa in difficoltá. Sviluppare cosí un ragionamento e un processo di crescita finalizzato al bene.

Il testo che vi propongo oggi,  si sviluppa su due diversi piani: il primo é pervaso di desiderio misto all’adrenalina amorosa, una sorta di inno al sentimento puro, passionale e carnale. In questo caso NON é una poesía scritta in prima persona, il protagonista siamo tutti, nel bisogno ancestrale di condividere voluttá ed emozioni con l’altra persona. Il secondo piano, quello trágico sbatte violentemente l’indice contro la violenza quotidiana, senza confini, verso l’essenza femminile. Osservate i numeri e tuffatevi nella lettura a voce alta:


Ho fatto bene l’amore

Ho fatto l’amore sul cofano dell’Ascona
Nelle cuccette rivettate dei camion
Ai piedi della palma in giardino
Sui terrazzi delle favelas di Mexico
Nel bocho negro mentre mariachi suonavano
Mentre la fiamma spegneva l’ardore
Quando le lacrime si mischiavano alle droghe
e i cani finivano di raspare il nudo deserto
Sotto fiumi di cerveza annebbiati dai gradi buttati in gola
Nella casamatta su materassi che solo i pazzi
quella occupata dai writer
quando la digos ci arrestó fatti come zucche
pieni di paure amore odio e fumo
molto piú ubriachi di voi*
Ricordi alla festa delle pasticche?
nel faló dei diciotto
Evaporati in una nuvola rossa*
In mezzo al campo accarezzati dal vento di mare
Sulle barche nel’onda tranquilla del porto di Camogli
Nelle baracche sulla spiaggia
Nella roulotte di tuo padre in deposito
Nei cessi della moschea di Casablanca
Quando aspettandoti per amarti un’altra volta
Lui ti uccise violento e ignorante come solo l’uomo puó fare

(*)Cito Fabrizio De André

Sei donne uccise a Ciudad Victoria nello stato di Tamaulipas

Qualche giorno fa ho letto su Repubblica che sei donne sono state rapite e trucidate in modo violento nel nord del Messico (a 7 ore da me, non molte). Purtroppo la notizia, qui non ha avuto l’enfasi che meritava, né ho avuto riscontri dai colleghi, né tanto meno dalle colleghe. Cosí ho cominciato a fare domande dirette; del resto non mi aspettavo certo grandi proclami o prese di posizione che anticipano le manifestazioni di piazza, si é andati non oltre lo sgranare degli occhi in segno di sottomissione.

Mi rendo conto cosí, che questo é tollerato come un cancro della “propria” pelle, ma difficilmente intaccabile. Le ragazze messicane NON amano parlarne. Infatti questa societá, ancora molto maschile, é soggetta alla violenza piú subdola: quella che si svolge in famiglia e spesso non denunciata. (análogo in Italia). Anche qui per fortuna si comincia a cambiare e molte donne si confidano nelle fabbriche dove si aprono consultori specifici e sportelli d’aiuto.

La storia di ogni paese, anche il nostro, é fatta di processi culturali lunghi, sanguinosi e amari, per fortuna ci sono anche pagine d’entusiasmo e miglioramento, non senza fática. Mi pare che qui consentiamo al mostro (che siamo) un sacrificio periódico e calcolato. Un’eclissi di sole triste. Una guerra, poco distante oltre il muro del contrasto, che si combatte sulle strade di interessi sporchi, ma comuni. Abbiamo imparato a tollerarla consapevolmente, drogati e narcotizzati da un misto di paura e benessere che piuttosto di combattere ci fa fuggire. Del resto il prezzo del coraggio é il martirio, se non il nostro, quello dei nostri figli.

Il rischio é quello di smarrire l’anima.

Due dati che hanno dell’incredibile:

Ho svolto una ricerca: nei sei anni della presidenza di Enrique Peña Nieto sono 39 i giornalisti e 23 i sacerdoti morti ammazzati a cura dei cartelli che si spartiscono gli sporchi interessi legati alla droga. Evidentemente si vuole spezzare la veritá della comunicazione. Il 1 luglio 2018, il Messico vivrá l’elezione presidenziale. Auspico per questa terra il miglioramento tanto atteso. Si punti sul welfare, sullo stato sociale, sull’equitá, sul lavoro correttamente pagato, sulla crescita condivisa, evitando scompensi troppo elevati tra le classi. Si investa sulla cultura positiva dell’emozione, con un occhio verso i piú deboli, sui ragazzi e sulla poesía che salverá il mondo. (ma quest’ultima é una battuta).

Ogni foto, testo, pensiero, verso libero é di produzione personale. Per l'unico scopo di allietare e stimolare il buon confronto /ab.

 

 

 

6 thoughts on “Posso sognare un mondo senza violenza

  1. Ho l’impressione che non ti trovi tanto bene, non trovi l’affinità, l’empatia che vai cercando, te ne stai fuori da quel mondo come ho visto fare agli statunitensi che da quella terra prendevano solo liquori e sigarette perchè costavano di meno, per tutto il resto era un mondo che aborrivano. Tu ne parli ma con molto ditacco, non ti senti con loro ma sei uno spettatore, ma se sei in un clima da Sicilia anni ’50, adattati: scrivi di paesaggi, siti e luoghi storici, storia azteca, usi e costumi, cucina, souvenir e lascia stare articoli come questo che può mostrarsi pericoloso. Ma i semi di zucca bolliti in acqua e sale li mangiano ancora come gli americani mangiavano i pop-corn? Ciao.

    1. Ah Ah, vero… caro Gianfranco. Purtroppo sento la necessitá di tornare. Al di lá di questo, mi trovo molto bene, ma da questo punto di vista, intendo della violenza, c’é ancora molto da fare, perché tutti sono distaccati, si sono creati stati dove pare, vada tutto bene e nessuno parla, ma cosí non é. In questo senso mi sento un viaggiatore che nelle sue foto riprende anche le negativitá o il bisogno di migliorare. Alla base di COSTRUIRECULTURA c’é il bisogno di “riportare” il mondo in tutte le sue forme. Grazie Amico. A presto!

  2. La violenza non può essere fermata finché l’uomo non alza lo sguardo. Guardare dentro (dell’essere, della società, dell’economia, del visivo, dell’io, del femminismo, della sessualità, dell’individualismo) è solo guardare in basso. Alza la testa e non guardare oltre dove voglio andare con tutti, senza guardare verso di me. L’EGO è malato e in conflitto, ha bisogno di una medicina. La medicina non ha uno psicologo, un terapeuta o uno psichiatra, è nel vicino; Non è in se stessi. Quello che dice: Cogito ergo sum era sbagliato. Falso! Lo esisto: allora penso.

    1. Grazie Eri!
      ALZIAMO LO SGUARDO e pensiamo che un mondo piú giusto é possibile. COSTRUIRECULTURA significa questo: sviluppare il pensiero, alimentare la coscienza, massimizzare l’impegno, essere desti per riconoscere il nostro Cristo, riconoscere le nostre croci e imparare a trasportarle.

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